L’ARCA n. 174 - Blue Theater
Seas and Oceans are the first-person narrator of Blue Theater to spread awareness of the complex mosaic of interactions between resources, projects, opportunities and risks that will be confronting us.
Over the past 150 years, the scope of innovations, technologies and connections has intensified and diversified at the surface, down in the depths and right across the vast osmotic boundary between the oceans and the land. From surface routes (transportation, cruising, fishing and recreation) the descent down into the deep Blue has resulted in the construction of millions of kilometres of intercontinental pipelines (97 percent of data traffic transits there), power, gas and oil pipelines.
Raw materials, rare matter, oil and gas are all extracted from the seabed; submarines, robots and fleets of drones with autonomous operational intelligence travel over it. Extreme engineering monitors the “health” of the Ocean, investigating its mysterious life forms and changes, enhancing and protecting over redundant geo-strategic mass of underwater infrastructure. Further afield, in some unspecified time ahead, lie the visionary architectures of floating and underwater cities in symbiosis with the Ocean and its resources.
Along the coasts we gather the riches of the sea – from fishing to energy from the winds and seas – along with the consequences of collisions and disasters (e.g., Deep Water Horizon in 2010, Huntington Beach in 2021, the Nord Stream pipeline 2023). Accomplices despite themselves in “ocean dumping” (plastics, poisons, brine, and fishing nets), coastlines are also the outpost of the “environmentally correct” collection and recycling of some of this waste. Coasts are the stage for nautical shipbuilding projects and innovations – civilian, military, sport and recreational - and for the urgent metamorphosis of land-water logistics through the redesign of ports, ships and containers, which are now so impact ful, energy-intensive and obsolete.
The coasts form a transcontinental MetaTerritory inhabited by over 600 million people (more than 1 billion in the immediate hinterland) concentrated in “cities on the fluid frontier.” Different in geoclimatic context, size, age, language and culture, they all share the same heritage of maritime genesis and vocations: a melting pot of characters, roles, challenges and “localized” responsibilities that may point to new options for the future of our modern-day cities at the epochal crossroads between hypertelic efficiency-ism and the revitalization of the Polis, between the mere consumption of resources and the creation of new economies and wealth.
Pure City Alliance, devised by Diotima Society and promoted in partnership with international businesses and institutions, is a strategy for connecting Seaside Towns to create a cohesive planetary network of “thinking, transparent, educated and attractive cities”: a potential hyper-state of Pure Cities where the laws of the sea could be rewritten in conjunction with the Sea, creating a new Project finance, developing meta-businesses and novel technologies, and privileging life in all its forms, not just anthropo- centric. And “the Sea will bring new hopes to every man as sleep brings dreams” (Christopher Columbus).
ITA
Mari e Oceani sono l’Io narrante, protagonista del Blue Theater, per condividere la consapevolezza del complesso mosaico di interazioni tra risorse, progetti, opportunità e rischi con cui dovremo confrontarci.
Negli ultimi 150 anni il portato di innovazioni, tecnologie e connessioni si è intensificato e diversificato in superficie, in profondità e nell’esteso confine osmotico tra gli oceani e la terraferma. Dalle rotte di superficie (trasporti, crociere, pesca e diporto) la discesa nel profondo Blue ha costruito milioni di chilometri di cavidotti intercontinentali (vi transita il 97% del traffico di dati), elettrodotti, gasdotti e oleodotti.
Dal fondo marino si estraggono materie prime, materia rara, petrolio, gas; lo incrociano sottomarini, robot e flotte di droni dotati di autonoma intelligenza operativa. Ingegnerie estreme controllano lo “stato di salute” dell’Oceano, ne indagano vita misteri e cambiamenti, accrescono e proteggono la ridondanza geo-strategica delle nostre infrastrutture sottomarine.
Più in là, in un imprecisato domani, si collocano le architetture visionarie di città galleggianti e sottomarine in simbiosi con l’Oceano e le sue risorse. Lungo le coste approdano le ricchezze del mare – dalla pesca all’energia di venti e maree – insieme alle conseguenze di collisioni e disastri (p.e. Deep Water Horizon nel 2010, Huntington Beach nel 2021, il gasdotto Nord Stream 2023). Complici loro malgrado della “discarica oceanica” (plastiche, veleni, salamoia e reti da pesca) le coste sono anche l’avamposto di raccolta e riciclaggio “environmentally correct” di parte dei rifiuti.
Le coste sono il palcoscenico dei progetti e delle innovazioni della cantieristica nautica – civile militare, sportiva e da diporto – e dell’urgente metamorfosi della logistica terra-acqua attraverso il ridisegno di porti, navi e container, oggi impattanti, energivori e desueti.
Le coste compongono un MetaTerritorio transcontinentale, abitato da oltre 600 milioni di persone (più di 1 miliardo nell’immediato entroterra) concentrate in “città della fro tiera fluida”. Diverse per contesto geoclimatico, dimensione, età, lingua e cultura, tutte insieme condividono lo stesso patrimonio di genesi e di vocazioni marinare: una comunanza di caratteri, di ruoli, di sfide e di responsabilità “localizzate” che potrà indicare nuove opzioni sui futuri della Città contemporanea, al bivio epocale tra efficientismo ipertelico e rilancio della Polis, tra il solo consumo di risorse e la produzione di nuove economie e ricchezze.
La Pure City Alliance, ideata da Diotima Society e pro- mossa con imprese e istituzioni internazionali, è una stra- tegia di connessione tra le Seaside Towns per creare una coesa rete planetaria di “città pensanti, trasparenti, colte e attrattive”: un potenziale iper-Stato delle Pure Cities dove riscrivere le leggi del mare con il Mare, creare una nuova finanza del Progetto, sviluppare meta-imprese e inedite tec- nologie, privilegiare la vita in tutte le sue forme, non solo antropocentriche.
E “il Mare porterà a ogni uomo nuove speranze come il sonno porta i sogni” (Cristoforo Colombo).